by Federica Granata
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La Milano Design Week si avvicina e Alpha District è pronto a presentare alcuni dei volti protagonisti delle mostre e degli eventi che costelleranno il distretto dal 5 al 10 settembre 2021. Un’anteprima che inizia a concretizzare gli spunti e le idee di chi il Fuorisalone lo sta vivendo da “dietro le quinte”.
Idee, progetti, bandi e selezioni. Malgrado le difficoltà del lockdown il cuore creativo di Alpha District non ha mai smesso di battere. Le open call hanno attratto l’attenzione di designer nazionali e internazionali che non vediamo l’ora di farvi conoscere.
Il primo è Miguel Reguero: designer spagnolo, classe 1987, nato a Oviedo. Dopo la laurea in Architettura tecnica nel 2011 si dedica ai suoi primi lavori per il Dipartimento tecnico del Comune di Siero e per Jovino Martínez Sierra Architetti.
Nel 2014 si trasferisce in Italia e si specializza in Arte e Design presso l'Accademia di Belle Arti di Brera. Questo, e importanti premi e riconoscimenti ottenuti, hanno permesso a Miguel di lavorare con aziende e marchi prestigiosi, tra cui non mancano Prospero Rasulo Design Studio, Zara Home, Alessi e Pirelli Design.
Il lavoro di Miguel si caratterizza di un design semplice, geometrico e razionale e spazia dalla realizzazione di prodotti di design all'allestimento d'interni.
Tra le sue creazioni di arredo e oggettistica non possono non spiccare Sombra, una collezione di tappeti e cuscini che celebra l'incontro fra natura e design, realizzata con Mohebban; Tuba, un progetto che prevede la realizzazione di una lampada da tavolo personalizzabile, con forme e movimenti ispirati al tradizionale cappello a cilindro; e Adapt, progetto vincitore del concorso della Fondazione Castiglioni durante il Salone del Mobile 2016.
Tra gli allestimenti d'interni ricade l'attenzione su Casa Chile, che nasce dall'idea di accogliere le esigenze degli utenti che desiderano soggiornare nel centro della capitale asturiana in uno spazio unico e accogliente.
Abbiamo incontrato Miguel nel suo studio per entrare nel suo contesto creativo e progettuale.
Cos'è il design per te?
Per me il design è sicuramente una modalità di espressione. Al contrario dell'industria, conosciuta dai più e che sarà inevitabilmente il futuro, il design è espressione di sentimenti, delle emozioni che fanno parte delle persone, ed è questa la caratteristica principale – sottile ma importante – che differenzia il mondo dell'industria dal mondo del design.
Come avviene il tuo processo creativo? Cosa ti ispira?
Il primo approccio alle creazioni è dato dall'idea e dalla ricerca. Per me è importantissimo conoscere e studiare la storia di quello che è già sul mercato, di ciò che è già stato fatto, il suo perché e quali sono i desideri delle persone, in cui alla fine ci ritroviamo tutti, noi compresi. Questo lavoro preliminare mi permette di poter creare qualcosa di nuovo, unico, innovativo e diverso da quello che il cliente già conosce.
Tra i tuoi progetti passati, qual'è il tuo preferito? E perché?
Il progetto che potrei scegliere tra tutti quelli realizzati, è quello che ha portato il cambiamento più significativo: PLANO, la mia prima collezione di tappeti creata nel 2017.
La collezione è stata pensata in collaborazione con Mohebban Milano. I tappeti sono stati realizzati in India, a mano da artigiani esperti. Il materiale è sottile e la qualità è prestigiosa. Al centro di ogni tappeto ho pensato di creare un cuore rettangolare, morbido e in seta che si trasforma man mano in versioni planimetriche più complesse. Questa disposizione geometrica rende lo spazio ordinato, pronto per essere arredato da una configurazione libera e informale: un gioco di rilievi e profondità su una superficie piatta. I disegni raffigurati sono semplici ma ricchi di personalità.
La collaborazione con Mohebban è avvenuta molto naturalmente. Appena sono arrivato in Italia ho preso in considerazione questo progetto, l'azienda ha valutato i miei disegni ed è stata entusiasta dell'idea.
PLANO è la prima collezione di tappeti di tre, l’ultima delle quali è stata presentata quest’anno.
Come definisci il tuo stile?
Il mio stile potrebbe essere definito minimalista perché cerco di studiare – e poi rappresentare – l'anima degli oggetti. Nonostante ciò, mi sento ancora giovane nell'ambiente, sono appena arrivato e non ho mai pensato a darmi un'etichetta, almeno non ancora.
Da architetto vedo tutto in modo lineare, chiaro, razionale, vedo le simmetrie pure e pulite. Tendo a stare dentro gli schemi normalmente, ma a volte è giusto provare ad uscirne e tentare di scavalcarli.
Come immagini il design del futuro?
Senza dubbio la parte industriale è quella che si sviluppa maggiormente oggi e continuerà a farlo in futuro, è quella che prevarica. Probabilmente il design del domani sarà industriale, più sostenibile – anche nei confronti dei materiali utilizzati – ma non deve mancare la sua parte sentimentale, che credo sia l'aspetto più importante del mio mestiere, e la caratteristica senza la quale non potrei gettare le basi del il mio lavoro.
Non ci resta dunque che attendere l'esito, presumibilmente innovativo e sorprendente, di Miguel Reguero in Alpha District.
Ph credits: ritratto di Miguel Reguero di Daniel Salas; il tappeto Plano di Miguel Reguero per Moehabban.
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