PELLE+PIETRA =LEATHEROCK.
- Redazione

- 26 nov
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 3 giorni fa
By Redazione
C’è un istante, nel lavoro dei designer, in cui la materia smette di essere solo sostanza e diventa racconto. È in quell’istante che nasce Leatherock, il materiale composito ideato da Hors-Studio, fondato da Élodie Michaud e Rebecca Fezard. Un incontro inatteso: la morbidezza della pelle e la durezza della pietra, fusi in una nuova identità. Non è un artificio tecnico, ma un gesto poetico che trasforma ciò che era scarto in linguaggio.

courtesy: Hors Studio
Leatherock non imita la pietra: la evoca. Ha la sua resistenza alla compressione, ma è sorprendentemente leggero, facile da modellare. La superficie irregolare conserva la memoria della pelle, mentre le sfumature di colore raccontano storie di lavorazioni passate. In un mondo che cerca materiali sostenibili, Leatherock impone una domanda: quanto basta il recupero per parlare di responsabilità? E quanto il design può spingersi oltre la tecnica per diventare riflessione culturale?

courtesy: Hors Studio
La stampa 3D, scelta per modellarlo, riduce gli sprechi e apre a geometrie complesse. Ma introduce altre tensioni: consumo energetico, accessibilità tecnologica. Hors-Studio le accoglie, perché il design, oggi, non è più neutro, ogni scelta è una presa di posizione.
courtesy: Hors Studio
Trosne: la sedia convettiva.
Dentro questa poetica si colloca Trosne, la “sedia convettiva” progettata con Emmanuel Hugnot. Il nome evoca un trono, ma il concetto è radicale: sfruttare la convezione termica per portare il corpo verso l’aria calda che si accumula in alto. La modularità della seduta, realizzata in Leatherock, infatti consente di regolare l’altezza, trasformando la sedia in un dispositivo termico oltre che estetico.

courtesy: Hors Studio
La forma di Trosne è scultorea, quasi un totem domestico. Le linee pulite e la texture naturale del materiale la rendono un oggetto che interpreta lo spazio. In un’epoca in cui il design rischia di ridursi a styling, progetti come questo ci ricordano che la materia è linguaggio, e che ogni gesto progettuale è anche un atto culturale.
Leatherock e il futuro dei materiali.
Leatherock non è un episodio isolato, si inserisce in una ricerca globale che esplora biomateriali, circular design e tecniche additive per ridefinire il senso del progetto. Designer e aziende sperimentano con scarti organici, micelio, alghe, materiali ibridi per ridurre l’impatto ambientale e creare nuove estetiche. Hors-Studio, con Leatherock e Trosne, propone una visione oltre che un prodotto, generando domande sul rapporto tra corpo, materia e responsabilità.
E forse è proprio qui che il futuro prende forma: non nella perfezione, ma nella tensione tra ciò che è e ciò che potrebbe essere.







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