By Margherita Izzo
Agiamo seguendo le nostre intuizioni e quando l’intuizione si dimostra brillante bisogna solo proseguire verso l’obbiettivo, fino a farlo diventare una realtà concreta in continua evoluzione. Quell’intuizione brillante che trasforma le plastiche di scarto in splendidi materiali riciclati, unici e innovativi, simili al marmo è proprio quella del duo olandese di Plasticiet.

courtesy: Plasticiet
Lo scenario globale dell’inquinamento da plastica è allarmante, con dati sempre più drammatici, in particolare per quanto riguarda la presenza di rifiuti plastici nei nostri oceani. In soli 65 anni, la produzione mondiale di plastica è passata dai 2,3 milioni di tonnellate del 1950 ai 448 milioni di tonnellate registrati nel 2015.
Oggi circa 8 milioni di tonnellate di plastica finiscono nei mari e si depositano lungo le coste, devastando interi ecosistemi e mettendo a rischio numerose specie animali. Le conseguenze di questa emergenza ambientale si riflettono anche sulla nostra alimentazione: le microplastiche, particelle invisibili ma onnipresenti, possono infiltrarsi nella catena alimentare, con effetti potenzialmente dannosi per la salute umana.
Negli ultimi anni, tuttavia, si è consolidata una crescente consapevolezza ambientale, che spinge sempre più aziende a ripensare i propri processi produttivi e commerciali in chiave sostenibile. L'obiettivo è ridurre l’impatto ambientale, abbattendo l’inquinamento da plastica e le emissioni di CO₂ attraverso la ricerca di materiali alternativi ed ecologici.
Questa transizione coinvolge profondamente i settori dell’architettura e del design, che da tempo promuovono strategie di riciclo e upcycling per trasformare materiali di scarto in nuove risorse. In questo contesto si inserisce Plasticiét, una realtà innovativa che recupera plastiche dismesse da diverse aziende per trasformarle in un materiale unico e versatile. Grazie a questo approccio, Plasticiét si afferma come strumento espressivo per designer e progettisti che desiderano dare vita a creazioni sostenibili e dal forte impatto estetico.
Dall’India al forno per toast: gli esordi di Plasticiet.
Il progetto Plasticiét prende forma nel 2016 grazie ai designer Marten Van Middlekoop e Joost Dingemanse e si concretizza nel 2018 a Rotterdam con la fondazione dell’azienda. Entrambi laureati in Design del Prodotto presso l’Accademia Willem de Kooning di Rotterdam, i due trascorrono un periodo a Mumbai, dove entrano in contatto con diverse realtà artigianali locali. Qui scoprono come gli artigiani utilizzino materiali di scarto, come tessuti, metalli e plastiche, per creare nuovi oggetti. Da questa esperienza nasce l’intuizione di sviluppare un materiale che non fosse un prodotto finito, ma una base per l’espressione creativa di altri designer, incentivando così la realizzazione di oggetti durevoli.

courtesy: Jos Kottmann
Per rendere esteticamente appetibile un materiale derivato da scarti di produzione, i due designer decidono di ispirarsi alle pietre naturali, studiando texture che riproducano l’effetto del terrazzo veneziano o delle venature marmoree. Le prime sperimentazioni prendono vita durante il periodo universitario: inizialmente utilizzano un piccolo forno per toast per fondere la plastica, poi passano a un forno per pizze di dimensioni maggiori, che permette loro di testare la fattibilità del progetto su scala più ampia. Questo processo li porta infine a ipotizzare che il materiale ottenuto dalla fusione possa diventare una vera e propria alternativa strutturale.
Dalle plastiche di scarto all’ispirazione della pietra naturale.
In Olanda, le materie plastiche di scarto sono facilmente reperibili. Plasticiet, in collaborazione con diverse aziende, tra cui LC Plastics, recupera questi materiali di risulta, altrimenti destinati all’inceneritore, e li trasforma in un prodotto esteticamente accattivante, funzionale e riciclabile all’infinito.
I prodotti Plasticiet nascono dall’osservazione delle pietre naturali, caratterizzate da una bellezza primordiale e senza tempo. La varietà cromatica e stilistica di questi materiali deriva dall’impiego di plastiche di diversa origine, come contenitori per alimenti, componenti per la refrigerazione, vecchi stampi dell’industria del cioccolato e scarti di post-produzione. I prodotti finali si ispirano all’eleganza del granito, del marmo e del terrazzo veneziano: ogni lastra è unica, e le combinazioni di colori generate dalla fusione dei materiali creano pattern sempre nuovi e sorprendenti. Nel tempo, Plasticiet ha ampliato la gamma di materiali utilizzabili, impiegando principalmente plastiche dismesse come policarbonato e polistirene, raccolti da aziende come LC Plastics, Suez e PRC.
Tra le soluzioni a base di polistirene spicca Black Rock, caratterizzato da uno sfondo nero punteggiato di bianco. Blizzard presenta invece l’effetto opposto, con una base bianca e dettagli neri. Ivory, ispirato al terrazzo veneziano, trasmette una sensazione di compattezza e solidità: è realizzato interamente con scarti di sistemi di refrigerazione in polistirene, che conferiscono il tipico colore bianco con sottili accenti cromatici. Rhinestone, ottenuto dal recupero di scarti di polistirene provenienti dalle cosiddette “miniere urbane” del Belgio, è disponibile con base bianca o nera e macchie multicolori; la sua composizione può essere personalizzata in base alla quantità di plastica di scarto impiegata e alle esigenze del progetto.
Infine, c’è Chocolate Factory, il cui nome richiama le sue origini: è infatti prodotto con scarti di stampi in policarbonato utilizzati nelle fabbriche di cioccolato. La sua superficie è caratterizzata da un mix di colori che si fondono tra loro, creando un effetto visivo simile a quello del terrazzo, un materiale composito tradizionalmente realizzato con scaglie di marmo e leganti polimerici. Le tonalità predominanti includono crema, bianco, turchese, viola, blu, arancione e verde.
Tutti i materiali Plasticiet sono altamente resistenti a graffi e urti, rendendoli adatti a una vasta gamma di applicazioni. In particolare, Chocolate Factory e Blizzard offrono un’elevata resistenza ai raggi UV, mentre quest’ultimo possiede anche una leggera flessibilità. Le lastre, di dimensioni 80x80 cm, sono sottoposte a rigorosi test di qualità per verificarne l’efficacia e la conformità alle caratteristiche richieste, in base al tipo di materiale prodotto.

courtesy: Margherita Izzo
Plalsticiet: un interno di scarti come tempio del riciclo.
I materiali prodotti da Plasticiet hanno trovato un’applicazione particolarmente significativa nel settore dell’interior design. Uno degli esempi più emblematici è il negozio del brand di occhiali Ace & Tate ad Anversa, in Belgio. Il progetto ha rappresentato un punto di svolta per Ace & Tate, che nel 2018 puntava a rendere la propria produzione sempre più sostenibile. Oggi, i materiali impiegati dall’azienda sono interamente riciclabili e realizzati in bio-acetato, acetato riciclato e acetato bio-based. L’obiettivo, entro il 2030, è azzerare le emissioni di CO₂ e diventare un’azienda completamente eco-sostenibile.
Il negozio è stato realizzato nel 2020 in collaborazione con Li-Li de Goede, progettista e Spatial Strategist di Ace & Tate. La sua ispirazione nasce dall’incontro con il duo Plasticiet alla fiera Design District di Leuven nel 2018. Affascinata dalle loro proposte, che ricordavano l’estetica del marmo a terrazzo, ha deciso di trasformare l’esperienza degli interni Ace & Tate, dando vita a un punto vendita interamente realizzato con materiali riciclati.
Per Plasticiet, questo progetto è stato un’ulteriore conferma del proprio valore e della capacità di innovare nel settore del design. L’azienda ha concepito gli interni ispirandosi al concetto di sacralità, immaginando il negozio come un vero e proprio tempio del riciclo. Per rendere tangibile questa visione e trasmettere un messaggio concreto di sostenibilità, Plasticiet ha scelto di utilizzare Rhinestone, un materiale a base di polistirene, prodotto esclusivamente con scarti plastici raccolti ad Anversa in collaborazione con Suez Group.
Il risultato finale è un materiale che conserva in parte l’identità degli oggetti di scarto da cui è stato generato: durante il processo di fusione, infatti, alcune plastiche non si sono sciolte completamente, lasciando intravedere frammenti e dettagli degli elementi originari. La palette cromatica, determinata dalla selezione dei materiali riciclati, riflette la brand identity di Ace & Tate, creando un ambiente vivace con tonalità di blu, bianco, rosso e arancione. Le pareti e i soffitti riprendono l’effetto del terrazzo veneziano, con ampie superfici bianche punteggiate da tocchi di colore.
Per rafforzare il concetto di tempio del riciclo, lo spazio è stato arricchito con elementi architettonici come archi e colonne, contribuendo a creare un’atmosfera di calma e armonia. Le texture delle pareti, non eccessivamente dinamiche, trasmettono un senso di equilibrio, mentre la presenza di numerosi specchi amplia visivamente lo spazio e ne esalta la luminosità.

courtesy: Lennart Wiedemuth
Oltre a esporre i prodotti, il layout del negozio offre ai visitatori un’esperienza interattiva: il particolare processo di lavorazione delle plastiche lascia visibili frammenti di oggetti di scarto, invitando il pubblico a riconoscerli o a immaginare nuove forme e interpretazioni. Questo dettaglio trasforma lo spazio in un luogo di scoperta e stimolo creativo.
La sperimentazione continua: Plasticiet mother of pearl.
La voglia di sperimentare non si ferma per il duo Plasticiet, che continua a portare avanti la sua visione di un mondo in cui le plastiche riciclate rappresentano una risorsa preziosa per la realizzazione di progetti innovativi e all’avanguardia. Oltre alla loro collezione di materiali riciclati in polistirene e policarbonato, Plasticiet ha sviluppato una nuova tecnica di lavorazione, in particolare per le plastiche di policarbonato dismesso, ottenendo un materiale dalla sorprendente estetica simile alla madreperla.
Questo nuovo materiale è stato presentato nel marzo 2020 attraverso una collezione di arredi in edizione limitata, ispirata alle costruzioni del Neolitico, durante COLLECTIBLE, la fiera dedicata alle giovani promesse del design contemporaneo, organizzata dal 2018 a Bruxelles da Clélie Debehault e Liv Vaisberg. Per esaltare la bellezza e l’eleganza di questo materiale, Plasticiet ha scelto di realizzare arredi dalle forme essenziali: uno sgabello, una sedia e un tavolo, composto da blocchi verticali e lastre che evocano l’aspetto dei dolmen e dei menhir dell’età della pietra.
La collezione, intitolata Mother of Pearl, prende il nome dal nuovo materiale, che si ispira alla madreperla ed è ottenuto esclusivamente da scarti di policarbonato, attraverso un processo innovativo nel settore. A differenza delle lastre tradizionali, le plastiche dismesse non seguono il consueto procedimento di lavorazione, ma vengono trattate in modo simile alla produzione delle caramelle. Gli scarti fusi vengono trasformati in una pasta che viene poi lavorata con la tecnica della Tuffy Pull machine. In questo metodo, la pasta viene agganciata a un supporto e sottoposta a un processo di stiratura, che incorpora particelle d’aria per rendere il materiale omogeneo e modellabile.
L’intero procedimento è attentamente controllato, poiché le tempistiche di lavorazione influenzano la trasparenza o l’opacità del materiale, determinando la sua capacità di assorbire o riflettere la luce. Inoltre, grazie alla stiratura, i colori della pasta si fondono tra loro, creando venature che riproducono l’effetto visivo della madreperla. Per la collezione Mother of Pearl, le tonalità prevalenti sono grigio, bianco e nero, ma possono variare in base ai materiali di scarto impiegati, senza l’aggiunta di coloranti artificiali.

courtesy: Plasticiet
Come tutti i prodotti Plasticiet, anche Mother of Pearl nasce da una profonda fascinazione per i materiali plastici, spesso sottovalutati e scartati non appena smettono di rispondere a una specifica funzione. Plasticiet non si limita a promuovere il riciclo, restituendo nuova vita a questi materiali affinché possano essere utilizzati da architetti e designer, ma ne valorizza anche il potenziale estetico.
Oltre al riutilizzo, Plasticiet incoraggia azioni di manutenzione sui materiali riciclati, che possono deteriorarsi nel tempo. Sensibilizzando i clienti alla cura dei prodotti acquistati, l’azienda fornisce consigli sui migliori metodi e prodotti per ripristinare il materiale in caso di graffi o altri danni. Il riciclo della plastica, infatti, non è infinito: una corretta manutenzione ne prolunga la durata e contribuisce a ridurre l’impatto ambientale, contrastando l’inquinamento da plastiche.
Kommentare