by Valeria Laudani
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Il progetto di Alpha District Hysteria è incentrato su un tema che in passato era strettamente legato alla condizione sociale della donna e che ancora oggi continua ad essere fonte di numerosi stereotipi: l’isteria, malattia che nell’immaginario collettivo viene associata prevalentemente all'universo femminile.
I clichè legati all’isteria
Oggi, quando una donna è nervosa, arrabbiata, o semplicemente esprime il suo dissenso su alcune questioni con impeto siamo abituati a sentir dire automaticamente frasi del tipo “Sicuramente avrà le sue cose!”, come se la personalità della donna dipendesse da ciò che succede all’organo femminile. Spesso queste frasi vengono accompagnate da una parola che per secoli è stata fonte di pregiudizio e misoginia: “isteria”, una malattia inventata e usata per ostacolare e imprigionare la condizione femminile. Il termine isteria, infatti, deriva dal greco hysteron, che significa utero, un tempo considerato causa di tutte le malattie delle donne. In occasione del Fuorisalone 2021, con il progetto Hysteria alcuni designer avranno il compito di reinterpretare il tema dell’isteria, mettendolo in relazione alla donna, cercando di far riflettere e dare consapevolezza su un tema spesso ignorato dal pubblico. Si tratta di un argomento ampiamente trattato, oltre che nel design, anche in altri ambiti. Basti pensare al film-commedia di Tanya Wexler Hysteria, che tratta l’invenzione del vibratore per la cura dell’omonima malattia.
L’isteria nella storia
In passato, l’isteria era una malattia associata prevalentemente alla donna, causata – si pensava –dallo spostamento dell’utero, che provocava convulsioni, paralisi, senso di soffocamento, depressione, collassi. Essa veniva presentata in questo modo già in alcuni papiri dell’antico Egitto e scritti dell’Antica Grecia. Fino al Seicento viene associata alla stregoneria; infatti, quei sintomi erano considerati prova eclatante della possessione demoniaca. L’interpretazione della malattia viene slegata dalla religione dopo l’apertura nel 1656 dell’ospedale Salpêtrière a Parigi, diventato poi una sorta di manicomio in cui venivano sperimentate nuove cure e terapie.
Nell’Ottocento, venne progressivamente abbandonata l’idea che la malattia fosse legata a cause ginecologiche, per essere più attribuita a cause neurologiche. Anche Freud, che cominciò a lavorare nello stesso ospedale parigino, nei suoi “Studi sull’Isteria” scrive che l’isteria può colpire entrambi i sessi ma si tratta prevalentemente di una malattia femminile, riconducibile alla repressione del desiderio sessuale, dovuta alla condizione sociale della donna. Le principali vittime erano, infatti, le donne nubili e vedove. Per tutto l’Ottocento la malattia fu curata tramite la tecnica del “parossismo isterico”, cioè la stimolazione clitoridea al fine di condurre la donna al “parossismo”, momento in cui scompaiono tensione e malessere; praticamente quello che negli anni successivi diventa meglio conosciuto come orgasmo, ma che in epoca Vittoriana non era considerato tale in quanto si riteneva che la donna non potesse provare piacere e fosse solo un “recipiente carnoso” per soddisfare i mariti e avere figli.
Questa masturbazione della donna a fini curativi un tempo era eseguita a mano dai dottori ma, a partire dalla seconda metà dell’Ottocento, comincia ad essere praticata tramite l’utilizzo dei nuovi vibratori.
Nella seconda metà del Novecento, grazie alla nascita della psicoanalisi, il numero di diagnosi di isteria si abbassò drasticamente, mentre aumentarono le diagnosi di depressione e altri disturbi legati alla salute mentale. Oggi, i sintomi isterici vengono per lo più ricondotti al “disturbo di conversione”, una forma di somatizzazione in cui i fattori mentali, come stress e conflitto, vengono convertiti dal soggetto in sintomi fisici. Inoltre, le differenze di genere relative alla manifestazione della malattia risultano parzialmente annullate.
Al di là dell’ambito psichiatrico, l’isteria ha avuto conseguenze più ampie sulla condizione della donna dal punto di vista sociale e politico; basti pensare al diritto di voto giunto solo nel 1945. Questa malattia è stata uno strumento di potere per sancire l’inferiorità intellettuale, fisica e morale della donna, ma soprattutto per controllarla. Il meccanismo di semplificazione che in passato rendeva più comodo dire “è isterica” piuttosto che indagare le complesse sfumature della salute mentale è presente ancora oggi in campo medico, quando i dottori, ad esempio, valutano diversamente il dolore se a provarlo è una donna.
La nascita del vibratore e i suoi usi tra passato e presente
Nonostante l’utilizzo di sex toys fosse documentato già nell’Antica Grecia, risale al 1734 l’utilizzo del primo oggetto vibrante per la stimolazione genitale femminile, chiamato tremoussoir, che funzionava tramite un meccanismo a molla e veniva usato per curare le pazienti affette da isteria, senza nessun legame diretto con il sesso. Per molti anni i medici continuarono comunque a praticare la stimolazione clitoridea manualmente. A partire dal 1869, cominciarono ad avvalersi dell’utilizzo del manipulator, il primo vibratore a vapore progettato da George Herbert Taylor: si trattava di un lettino con una sfera centrale che vibrava sulla zona pelvica tramite un meccanismo attivato da una macchina a vapore, installata di solito in un locale adiacente. Ad esso fece seguito, nel 1880, l’invenzione del vibratore elettromeccanico da parte di Joseph Mortimer Granville, usato sempre per indurre il parossismo nella cura dell’isteria, ma che nelle intenzioni dell’autore era stato progettato per alleviare dolori muscolari. Egli, infatti, si dissociò subito dall’utilizzo che veniva fatto dell’oggetto. Seguono poi la nascita del vibratore a batteria e senza fili. Nel momento in cui l’oggetto venne introdotto nell’industria pornografica, negli anni ‘20 e ‘30 del Novecento, diventò impossibile continuare a promuoverlo come strumento medico e divenne simbolo dell’emancipazione sessuale femminile, soprattutto nel 1968, in piena rivoluzione sessuale. Oggi, soprattutto in America, una donna su tre possiede un vibratore e lo utilizza nelle pratiche sessuali, sia da sola che con il partner.
Il tema dell’isteria al Fuorisalone 2021
Tenendo conto dell’evoluzione che l’isteria ha avuto nel corso della storia e delle tecniche usate per la sua cura, tra i tanti artisti e designer, Alpha District ha accuratamente selezionato i progetti di nove partecipanti che, in occasione del Fuorisalone 2021 nell’ambito del progetto Hysteria, presenteranno forme apparentemente provocanti ma volte in realtà a reinterpretare il tema dell’isteria: Valentina Cerra + Chiara Corbani; Chendù; Luca Cremona; Lorenzo Fabietti + Pietro Sganzerla; Libri Bianchi; Nicole Muroni; Miguel Reguero; Testatonda; Trepunti con le loro opere emblematiche cercheranno di evidenziare i cliché spesso associati all’isteria in relazione alla donna, facendo riflettere e presentando al pubblico un mondo ignoto.
Esistono numerosi esempi di prodotti di design a sfondo sessuale: dalla sedia antropomorfa di Fabio Novembre, che esalta l’eleganza e la sensualità del corpo umano, alla collezione Bibelot Sexuel di Matteo Cibic, che comprende eleganti oggetti di abbellimento che nascondono delle funzioni inaspettate per il piacere personale, alternativa ai poco erotici prodotti pornografici; o ancora il vaso Shiva a forma fallica di Ettore Sottsass, presente tra le collezioni del MoMa; i prodotti per la vita intima a marchio Lelo, tra cui i lussuosi vibratori in oro; fino ad arrivare ai più recenti sex toys sostenibili di Luxury Sex Design, realizzati in ceramica anziché in plastica, che sembrano in linea con l'attualissimo tema plastic free. Apparentemente può sembrare strano che il design abbia un ruolo anche in ambito sessuale ma, in realtà, esso interviene sempre nella scelta di materiali, forme e colori per la realizzazione di prodotti che assolvono a certe esigenze, consce o inconsce, del pubblico, che si tratti di un’auto o di un vibratore.
Ph credits: visual Hysteria di Alpha District; un fotogramma del film Hysteria via Quinlan.it; serie di tre foto che mostrano una donna cosiddetta "isterica" che sbadiglia via wellcomecollection.org; illustrazione "The Hysterical Woman"via medium.com; un'illustrazione dei primi prototipi di vibratore via lewandmassager.com.
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