by Federica Granata
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Alpha District presenta Chendù: Ernesto ed Elisabetta progettano un design raffinato, elegante e fanciullesco.
Lui product, interior e computational designer; lei branding, strategist e communication designer. Lui, riflessivo e concreto, lei allegra e loquace.
Ernesto Cesario ed Elisabetta Mariani sono la coppia, nella vita per amore e nel lavoro per scelta – come si definiscono loro – di soci fondatori dello studio creativo Chendù.
Anche loro hanno deciso di partecipare al progetto di Alpha District per il Fuorisalone 2021 e di farsi promotori di un messaggio anticonvenzionale e fuori dagli schemi.
Progettisti per vocazione, Elisabetta ed Ernesto creano oggetti immaginandoli già realizzati e nelle mani di chi li ha tanto desiderati. Amano guardare le cose da un altro punto di vista, condividere emozioni, reinventare e reinventarsi, perseguire la bellezza, lo stupore e l’incanto.
Le loro creazioni sono tra le più svariate e nascono dalla volontà di comunicare diversi temi e rappresentare stili differenti: da oggetti d’arredo a lampade, da bellissime librerie aperte e spaziose, a delicati tavolini in vetro.
E i più vanitosi tra di noi apprezzeranno sicuramente la versione a parete di “Pink Moon”, composto da uno svuota tasche nella parte inferiore e da un particolare specchio rotondo – incorniciato da una lastra di legno – in quella superiore.
Ernesto ed Elisabetta hanno poi pensato di ritagliare uno spazio di design anche per i più piccoli, perché non si è mai troppo piccini per apprezzare le cose belle: lampade illustrate e intagliate con animali luminosi. Compagni notturni, decorazioni per la cameretta che, su richiesta, vengono realizzate con l’immagine di vari animali. Non mancano le lampade raffiguranti fiabe illustrate e le favole di Esopo.
Ci siamo fatti raccontare questa realtà da chi l’ha ideata: Elisabetta ed Ernesto.
Cos'è il design per voi?
Crediamo che il design consista nel compiere delle scelte e che sia un perfetto equilibrio tra funzionalità, bellezza, sensibilità e innovazione. Crediamo possa essere applicato a ogni settore della quotidianità: è una questione di stili di vita, di modo di concepire la quotidianità e di cultura del design.
Il design per noi è anche abitudine: ci vuole una certa apertura per accoglierlo, capirlo e occorre una propensione onesta, senza pregiudizi verso questo ambiente.
Come avviene il processo creativo?
È difficile descrivere in poche parole come avviene un processo creativo, cosa ci porta a concretizzare un'idea in un progetto vero e proprio. Il fatto certo è che non avviene mai allo stesso modo né con lo stesso ordine, non c'è un processo standardizzato.
In linea teorica il più delle volte il processo di creazione parte da un'esigenza del cliente, passa per una fase di ricerca, poi di confronto e infine si arriva a una sintesi che ci porta alla realizzazione della richiesta iniziale.
Può anche succedere che l'idea sorga all'improvviso e che sia necessario tratteggiare subito una bozza del disegno finché questa è ben chiara nella mente.
Sicuramente il mestiere di designer nasce proprio da un’esigenza personale: la maggior parte degli arredi scaturisce da un bisogno creativo e dalla volontà di accontentare le necessità e il gusto delle persone. Qualsiasi cosa, anche la meno sospetta, per noi è fonte di ispirazione.
Tra i vostri progetti passati, qual è il vostro preferito? Perché?
Senza dubbio i progetti che riteniamo più coinvolgenti e rilevanti sono quelli che prevedono tanto estro creativo e inventiva. Possiamo prendere in considerazione, a questo proposito, il progetto legato alla nuova identità visiva del Teatro Ventidio Basso di Ascoli Piceno. È stata una piacevolissima esperienza perché ci ha visti coinvolti entrambi ed è stato emozionante anche per l'impatto visivo cittadino.
In generale, apprezziamo sempre e molto le occasioni in cui non c'è chiusura da parte del cliente o sul budget da investire, quelle in cui la creatività viene sempre assecondata e messa in primo piano.
Come definite il vostro stile?
Il nostro stile è senza dubbio essenziale: semplifichiamo le forme, utilizziamo linee semplici, geometriche, pulite ed eleganti.
Come immaginate il design del futuro?
Crediamo che il design del futuro sarà sicuramente più attento alla sostenibilità e all'etica del lavoro, alla produzione e al prodotto in sé.
Noi, come Chendù, abbiamo una collezione di oggetti di alto artigianato a cui siamo molto legati e che ci porta ad auspicare una minore produzione industriale e una maggiormente artigianale. Un cambiamento del genere, esteso a tutto il mondo del design, ci porterebbe ad apprezzare meglio i prodotti che usiamo nella quotidianità.
L'augurio è certamente quello che il design del futuro sia meno rivolto alla massa, meno frivolo e più attento alle esigenze delle persone, con un occhio di riguardo al pianeta e in generale al valore delle cose.
Ph credits: ritratto di Ernesto Cesario ed Esalibetta Mariani; immagine di Pink Moon, scorcio del teatro Ventidio Basso; di Chendù.
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